Nessun rinvio. Da domani scatta l'obbligo di
assicurazione per i droni, come previsto
dal Regolamento Enac pubblicato il
17 dicembre 2013. In effetti, da febbraio -
come previsto inizialmente - l'entrata in vigore era stata spostata al 30 aprilein considerazione
«del numero elevato di richieste» e
«considerato l'aspetto innovativo della
materia disciplinata dal Regolamento e
preso atto delle difficoltà da parte degli operatori del settore ad una
piena attuazione dei dispositivi regolamentari sui mezzi aerei a pilotaggio remoto».
Gli utilizzi. I droni vengono utilizzati per varie attività professionali
in ambito civile, ad esempio nelle riprese tv e cinematografiche,
nel controllo di grandi installazioni (reti elettriche, dighe,
impianti industriali, ecc.), nel monitoraggio di terreni agricoli,
 di aree urbane o dell'ambiente. Numerosi anche gli impieghi
 per le attività istituzionali (come per le forze di polizia) e pure
 nel settore della ricerca scientifica e tecnologica.
I primi passi della normativa. Servirà
 una circolare esplicativa, attesa a giorni e
 la materia è nuova e in divenire. «Le compagnie 
assicurative più grandi sono pronte. Certo, è chiaro
 che servirà una necessaria fase di rodaggio, ma 
il meccanismo è ormai avviato». L'obbligatorietà 
scatta per la cosiddetta polizza per la responsabilità
 civile verso terzi. L'entità dei premi al momento
 sè a due cifre %. Dipende dalle attività svolte
 (se c'è folla o meno) e dal luogo si svolgimento
 (segregato o no).
I dettagli. Entrando nel dettaglio del Regolamento Enac, vengono
 distinte due tipologie di velivoli radiocomandati: quelli dedicati a
 scopi ricreativi e sportivi (denominati "aeromodelli") e quelli per
attività professionali e lavorative (gli Apr, appunto). Oltre all'assicurazione
 per il drone, il Regolamento prevede tra l'altro che il pilota di Apr
dovrà essere maggiorenne, dovrà frequentare un corso di addestramento
(ottenendo una sorta di "patentino") e il drone dovrà essere assicurato.
 Tra costruttori e operatori, non sono mancanti dubbi e qualche polemica.
 Un punto della situazione sarà fatto presto durante il "Roma Drone Expo&Show",
 il primo "salone aeronautico" sui droni in Italia, che si svolgerà a
Roma dal 24 al 25 maggio. In quell'occasione, infatti, l'Enac incontrerà
ufficialmente tutta la "drone community" italiana per un primo
confronto approfondito dopo l'entrata in vigore del Regolamento.
Il mercato in Italia. Le aziende impegnate oggi in Italia nel settore
degli APR sono stimate nell'ordine delle circa 400, anche se il loro numero
continua a crescere sull'onda del boom mondiale per questi velivoli radiocomandati.
Difficile stimare il numero dei droni che volano attualmente nel nostro Paese: probabilmente sono già 500, soprattutto ad ala rotante ma anche ad ala fissa,
 da quelli più piccoli fino a macchine molto costose e complesse. «È un settore
in rapido sviluppo e con grandi potenzialità di crescita tecnologica, economica
ed imprenditoriale», spiega Luciano Castro, ideatore e presidente del Roma
 Drone Expo&Show.
Le aziende. Innanzitutto ci sono i giganti che partono soprattutto da un
know how militare, ma presenti anche con prodotti per esigenze
commerciali e civili. C'è Selex Es di Finmeccanica, che ha al suo
attivo il sistema Falco: il primo velivolo senza pilota
(UAV-Unmanned Aerial Vehicle) in Europa ad ottenere la certificazione
 Enac nel 2005, attualmente operativo presso 5 clienti internazionali, 
compreso l'ultimo contratto di servizio con le Nazioni Unite per attività 
di sorveglianza nell'ambito della missione di peacekeeping Monusco 
nella Repubblica Democratica del Congo. Selex Es sarà presente a 
Roma con mini-micro velivoli a pilotaggio remoto (Asio, Crex, Drako) 
e con video e grafiche del Falco. Fra le realtà principali c'è poi anche 
Ids Ingegneria dei sistemi Spa, una realtà di eccellenza tecnologica 
fondata a Pisa nel 1980. Poi ci sono un gran numero di aziende medie 
e medio piccole o start up. C'è anche un'associazione che da qualche
 tempo le rappresenta: si chiama Assorpas, di cui è presidente Paolo 
Marras della lombarda Aermatica. «Nell'associazione - spiega Marras - 
ci sono produttori e assemblatori, o anche importatori di sistemi che 
arrivano dall'estero. Ma ci sono anche tutti gli attori della filiera, fra 
cui centri ricerca e stakeholders. Solo nell'ultimo anno siamo arrivati 
a 80 associati. Ma ora inizia a esserci un gran movimento».